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Drunk upon thy holy mountain

from Drunk upon thy holy mountain by logoplasm & punck

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  • Compact Disc (CD) + Digital Album

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about

Is this platter coming out of a snail mail collaboration maybe? Or just plain out of a telepathic transmission? Does it matter? A cluster of minds approach another, devouring and inoculating, ejecting biographic splinters into autobiographic fuzz and buzz; all the charming allure of weed informed mycotic tic-tac-toeing, inserting missing pieces where there were already too many competing for survival or a simple spot in the sun. At a point you will surely feel lost and asking for directions: we thought about that too: and in the swarm of field recorded days and holy machines chunking years old three copies run cdr releases you'll find more than directions. To be blunt about it: one long track, basically concealing four or five others, impregnated with triumphant surf singalongs, victorious drone chases, cut-up and glued down cigarette pack robots dancing a snail paced belly dance, intertwined with psychotic skips and scats and what have you, a relentless celebration of laetitia hodie. Get it while it's cheap, fresh and fun!

"(...) Two active members of Italy's microsound scene, each with a long discography to their names, mainly in the areas of MP3 and CDR. Logoplasm is the duo of Laura Lovreglio and Paolo Ippoliti and Punck is Adriano Zanni and the three of them love to record the field and feed it to their laptops. Here things are processed, treated, mixed and constructed into one long track, which falls apart in various distinct different sections. The drones they built something reminded me of The Hafler Trio in the early nineties, while they use extended techniques to change the field recordings: cow bells, rain, voices, sea gulls and such like. Together that makes a lot of sense and they created a most interesting piece of music, compelling and intense as well as relaxing at times. Perhaps not the most innovative things around, but surely their most refined work to date. It's about time for a real CD or real piece of vinyl." Frans De Waard on Vital Weekley, n.610, 2008.

"(...) Setola di Maiale-Musiche Non Convenzionali è un’interessante iniziativa promossa da S. Giust diretta a costituire un sostegno per musicisti italiani avulsi dagl’interessi dei canali distributivi musicali ufficiali; si autodefinisce come “alternativa ad un modo di fare musica basato sul denaro, sulla mercificazione, sulla diffusione ad ogni costo, sul distacco tra musicista e pubblico a dispetto delle quantità di copie vendute”, offrendo dunque la possibilità di “dare corpo e continuità alle musiche creative prodotte nel nostro Paese” e “autoproducendo lavori che, per mancanza di opportunità discografiche o per limitate disponibilità economiche degli stessi artisti, andrebbero perduti”. Proprio grazie a questa etichetta/non etichetta è possibile beneficiare del recente frutto della collaborazione tra lo storico duo romano Logoplasm (Laura Lovreglio e Paolo Ippoliti) e Punck (Adriano Zanni), ovvero una lunga traccia di oltre trentotto minuti che suona come un maelstrom generatore di onde anomale e angosciosi vortici di marea. In “Drunk Upon Thy Holy Mountain" collimano musica concreta e field recording, minimalismo elettroacustico e “drone”. Un’opera pervasa di grigia malinconia e di freddo smarrimento, sottolineato dal campionamento di un’asettica voce femminile generata da un navigatore per auto che conduce inesorabilmente al termine di un’ esperienza uditiva che prova fino allo strenuo l’emotività dell’ascoltatore. (...) Meravigliosa esperienza musicale." Mattia Paneroni, Ondarock, 2008.

"(...) Se Enrico Ruggeri "è stato punk prima di te" i Logoplasm e Punck sono stati field-recording prima di parecchia gente, i primi hanno gestito un'etichetta misconosciuta di importanza capitale per l’evoluzione di certi generi in Italia, la S'agita (oggi reincarnata nella Kosmik Elk Mind kosmikelkmind.110mb.com), e Punck gestisce la net-label Contrl+Alt+Canc. Oltre alle label, messi insieme annoverano una corposa discografia fra cd e cdr stampati per label italiane ed estere fra lo sconosciuto e l'etichetta di culto. Questo disco a traccia unica accasato su Setola Di Maiale a differenza di altre collaborazioni unisce le caratteristiche salienti di entrambi, il che significa per chi non li avesse mai sentiti che da una base di field-recording (ripuliti ma lasciati molto al naturale) vanno sovrapponendosi e esondando mugugnii, drones sibili elettronici e gorgoglii di cui è difficile intuire se si tratti di suoni lavorati o di arrangiamenti fatti con il laptop. Il fatto che molte field-recordings non siano state lavorate credo sia dovuto alla scelta conscia di molti "vecchi" del genere nel considerarli alla strega di diario sonoro, in pratica un'istantanea sonora che pietrifica un momento nell'ambra come le mosche giunte fino a noi da ere geologiche remote. La traccia unica prende il via dalle field-recordings ma nello scorrere dei minuti si ammorbidisce lasciando molto spazio alla melodia man mano che ci si avvicina al cuore del pezzo. Certo le melodie non sono certo solari e l'effetto è quello di un bombardone narcotico com'è giusto che sia un disco del genere, ma resta che oltre ad essere molto ben disegnata si sviluppa in modo paziente, da un certo punto di vista ciò ricorda che Zanni, Lovreglio ed Ippoliti sono più "old school dei Growing Concern, lo sai, ancora più di un film con Rocco e Selen!" (come cantava qualcuno). Il fatto è che in realtà un taglio di tipo tradizionale nella forma del disco c'è davvero, ma più per lo sviluppo che per i suoni che sono tutto fuorchè datati. Gran bel lavoro, gli estimatori di entrambi non rimarranno delusi." A. Ferraris, Sodapop, 2008.

"(...) Lavoro strutturato, laicamente iniziatico: un viaggio tutt'altro che magico. Un'elettronica che inizia (nuovamente) a rischiare, abbandonando un poco le confortevoli seduzioni ambient-dark, per visioni senza troppe suggestioni paesaggistiche (7)." Dionisio Capuano, Blow Up n.118, 2008.

"(...) Un soundscape "rallentato" e distensivo ma al tempo stesso ricco di accadimenti e' Drunk upon thy holy mountain, collaborazione tra Logoplasm (Laura Lovreglio e Paolo Ippoliti) e Punck (Adriano Zanni): il volo di uccelli o il sibilo del vento in quota assumono fisionomie melodiche in questa energetica rielaborazione digitale di flussi elettronici e field recording, un occhio alla montagna sacra di Jodorosky e uno al piacere di una gita nella natura." Vittore Baroni, Rumore n.194, 2008.

"(...) Il trovarsi fra Logoplasm e Punck è qualcosa che ha a che fare con i cicli della natura, gli avvenimenti immutabili, qualcosa che sai e speri accada. Che tu ci possa esser; per raccontarlo. Accenni di unione ce ne erano stati (la voce di Paolo Ippoliti su Tsunami Notes da “Nowhere Campfire Tapes” di Punck), ma questa uscita targata Setola va oltre. Come bambino rimango ammaliato, stupito e con il dito in bocca. L’espressività emozionalmente dirompente di Logoplasm e Punck, trova in “Drunk…”, un naturale territorio di compenetrazione reciproca. Materiali raccolti, distrutti e ricomposti fra Ravenna ed Ariccia. Ricordi di una notte infinita di fuoco sfrigolante con i grilli ad intonare mantra tutt’intorno. Field recordings del/dall’infinito, un aereo che passa e rimane intrappolato per sempre in un loop di marmorea bellezza. Musica dello spazio interiore che trova sbocco e nuova ragion d’essere nel rapporto verso l’esterno. Biosphere, “Substrata” lo risuonerebbe cosi, questo pare esserne il gemello perduto; lo stesso cangiante ed incantevole senso di pace. Le nubi paiono essersi diradate, l’oscurità incombente un ricordo ancor attuale; ma il giorno avanza. Resiste il sapore, sulla punta della lingua; e non è più cosi importante. Massa emozionale in migrazione; questo pare essere. E la parte meno sana del mio cervello mi sussurra che, se il cammino proseguirà in quella direzione, fra scorciatoie e strade interrotte, bruschi stop e ripartenze brucianti, prima o poi potrebbe giungere nel cuore di un suono lussureggiante; dalle parti di Talk Talk e Popol Vuh. Consapevolezza e superamento, compenetrazione, catarsi, fine, principio, fine, principio, cicli, calma, di nuovo fine, ed ancora, mutare, perdersi, cercare; esserci. Il Miles Davis alla ricerca di Teo Macero; il loro primo incontro. Imperfetto, come altrimenti non potrebbe essere. Vertigine. Ascoltare al massimo volume sino a sfinimento." M. Carcasi, Sands-zine, 2008.

"(...) Metà Jodorowsky, metà trekking dell'anno. Flusso di coscienza in presa diretta più rielaborazioni postume da parte del duo Paolo Ippoliti e Laura Lovreglio (Logoplasm) e di Adrianno Zanni, a.k.a. Punck. Drunk Upon Thy Holy Mountain consiste in una unica lunga traccia in cui i suoni trovati durante un weekend dell'estate 2007 vengono stravolti e ricombinati sino ad essere irriconoscibili e tramutarsi in un qualcosa di nuovo. Un flusso sonoro melanconico, un'onda che monta sino a dilagare, un ritualismo astrattamente concreto nel piegare la quotidianità del sibilo del vento e dello scampanellio delle mucche al pascolo, del cinguettare placido di uccelli o della meccanica voce di un navigatore per auto ad una forma di poesia sonora in continuo divenire. Un percorso meraviglioso, un trekking interiore. In cima alla montagna si trova lo sfinimento dell'estasi, l'appagamento di ogni senso, la naturale fusione con e nella Natura. E ci si sente ubriachi di cotanto sentire (7/10) Stefano Pifferi, SentireAscoltare, 2008.

"(...) Field recordings + drones elettronici – non sai mai se succede nel disco o fuori dalla finestra. Il titolo vale l'ascolto. Anche l'ascolto vale l'ascolto." semiscrivi.wordpress.com

"(...) Felpa e cappuccio davanti al paesaggio che si distende come una cascata di pietra e cielo ed erba la bottiglia vuota in una mano un pugno serrato l'altra occhi chiusi occhi aperti la testa gira e le cose son doppie come doppia è la sofferenza che ti lacera maledetta vita dentro la testa porti tutto a scontrarsi e non ne viene nulla solo aria fredda e grigio umido su cui lasciarsi cadere per provare a rifiatare affannosamente ubriaco sulla montagna sacra è come spolverare l'anima e trovarci quelle stesse vecchie pieghe libri dimenticati anni fa contatti persone volti labbra lontane senza più valore immerso nella mia sdradicata ebbrezza un solo unico lunghissimo pensiero attraversa la mia mente una valanga inarrestabile che prosegue ai miei occhi sovrapposta alle valli alle nuvole tutte le montagne i fiumi le acque le terre una catena così stupenda talmente simile ad un sogno ai desideri eppure assolutamente priva di significato, impossibile a vivere... un serpente morto se potessi farla apparire adesso su questo prato, nella realtà, il mio rumore infinito non è altro che un parto di pietre aride come arida è la terra su cui piango e arido è il pianeta che abbiamo destinato alle nostre famiglie, aride coscienze, arido sopravvivere." www.cancerofeverything.spaces.live.com

credits

from Drunk upon thy holy mountain, track released November 1, 2007
Adriano Zanni, Paolo Ippoliti, Laura Lovreglio

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Adriano Zanni Ravenna, Italy

Fotografo, artista sonoro e field recordist

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