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SONGS TO THE SIRENS:
Il lavoro è liberamente ispirato al titolo di una canzone di Tim Buckley inclusa nel suo album del1970 “Starsailor” (formativa per me una versione dei This Mortal Coil uscita negli anni 80 per 4AD).
La mia passione per il mare, osservato, ascoltato e vissuto prevalentemente (ma non solo) dalle spiagge della mia terra e durante l’inverno. Una invocazione solitaria, un progetto ancora aperto, in corso di svolgimento da parecchi anni durante i quali sono state raccolte le fotografie ed i field recordings utilizzati per la usa composizione e assemblato nella sua componente musicale durante
i mesi del lockdown.
La parte audio si apre con una traccia incentrata sulla registrazione effettuata la mattina del 23 febbraio 2020, che poi, per ironia della sorte, si sarebbe rilevata come l’ultima volta che mi è stato possibile vedere, ascoltare e sentire il mare prima dell’isolamento forzato causato dalla pandemia. Quella del mare ha costituito senza ombra di dubbio la mancanza sensoriale, visiva/uditiva/olfattiva, che ho patito di più durante l’isolamento. Per ovviarne (per quanto possibile) la mancanza ho composto, prodotto e mixato le tracce audio che compongono questo disco. Come di consueto nel mio lavoro le fotografie ed i suoni sono complementari le une agli altri e costituiscono un unico corpo emozionale e sensoriale.
Un unico paesaggio contemporaneo, visivo e sonoro.
Sul ciglio dell’assenza - by Mirco Salvadori
In piedi sul ciglio dell'immensità del mare, lo spazio infinito abbraccia il nostro sguardo creando vuoto, lo stesso nel quale ci siamo perduti, ognuno confinato tra le mura del proprio appartamento. Fuori imperversava la mai vinta tempesta, mentre la nostra immaginaria imbarcazione non emetteva neanche un cigolio, immobile al riparo nell'assenza. Eppure il pensiero tornava lì, sul ciglio dell'immensità da sempre frequentata, i nostri piedi affondavano sul bagnasciuga del ricordo, il nostro udito percepiva distintamente il canto delle Sirene: "Sail to me, sail to me Let me enfold you Here I am, here I am". A modulare la melodia della parola, una voce guida plasmata dalle onde capaci di violenza indicibile, liquida essenza abile nel penetrare e distruggere, trascinando il naufrago verso la scogliera dell'abbandono. Adriano Zanni l'ha ascoltata, l'ha seguita cercando di filtrare ciò che gli sussurrava, ha viaggiato chiuso nel suo ermetico confinamento con a fianco la presenza costante di un poeta che decise di accogliere dentro di sé l'ultima onda in un caldo giorno di Giugno. Ciò che ascoltiamo altro non è che il loro fitto dialogo lungo un vasto tratto di spiaggia che accoglie i due viaggiatori avvolgendoli nei suoni del tempo e dello spazio marino. Sembra quasi che Zanni tenti di allontanare da sé i fantasmi che avvolgono il continuo sussurrare del suo compagno di viaggio, filtrando la dolcezza della danza delle onde, il vociare delle spiagge gremite di calore estivo, il passo che affonda nella limpida sostanza, il suono sconosciuto che si cela nel suo profondo, quel mormorio che si trasforma in canto dal quale è impossibile allontanarsi. Come acqua che penetra tra gli scogli raggiungendo il più remoto degli anfratti marini trasformandosi in purezza sonica, l'eco del ricordo ci scivola incontro avviluppando i nostri più reconditi pensieri e ci invita al tuffo nell'onda che arrotola il suo corpo prima di venire accolta dalla terra.
Un lavoro che affascina trasformando la percezione della realtà. Ascoltiamo, ci tuffiamo nel suono, ci perdiamo... forse è tutto un sogno, anche il nostro continuo nuotare verso il mare aperto.
Accompanied by a gorgeous photo book, the latest from Mark Templeton is full of rich ambient music designed to reflect the comfort of water. Bandcamp New & Notable Apr 10, 2021
This double tape from Violent Squid showcases a dizzying array of sounds, including sci-fi analog synths & dazzling guitar instrumentals. Bandcamp New & Notable Jan 24, 2021
supported by 4 fans who also own “Forse era un sogno”
Rock oltre il rock, funk oltre il funk, elettronica oltre all'elettronica...più un sacco di altre belle cose che sintetizzano le varie anime vonneumanniane in quello che probabilmente è il loro album più fruibile...e quando dico fruibile é un eufemismo: sta roba dà chiaramente dipendenza.
Come da tradizione, le canzoni sono scrigni pieni di dettagli musicali intriganti che si moltiplicano ad ogni ascolto, gioielli di arrangiamento, gemme di composizione.
Un album che sembra il frutto della freschezza e vivacità d'un gruppo esordiente, ma composto ed eseguito con la perizia di musicisti navigati.
... e, visto che anche l'occhio vuole la sua parte, aggiungo pure che l'artwork é meraviglioso.
Magnifico. Michele M.